Pratico la lentezza

mercoledì, agosto 08, 2007

Bevande da capitalismo pesante

“Una spuma al cedro da 500 lire grazie”.

Immensa la malinconia per quelle parole magiche, che nei pacifici anni della guerra fredda facevano comparire sul banco dei bar lei, la bevanda più detersivata e psichedelica della modernità. La spuma al cedro! Gialla flash come un evidenziatore sciolto nell’acido, dai contenuti misteriosi, ma di sicuro in grado di soddisfare il fabbisogno calorico di un’intera settimana. E come del resto accadeva regolarmente in tutti i migliori bar anni '80, eccellenti luoghi di scontro tra juventini, interisti, milanisti, moseristi e saronnisti, scattava la disputa tra spuma al cedro e spuma al ginger, quest’ultima dai colori meno ipnotici, ma non per questo più benefica.

Andare al bar con babbo o mamma e chiedere la spuma era senz’altro un evento, una specie di rito che apriva le porte alla comunità del bar. Bar sport, Casa del Popolo oppure Circoli parrocchiali, l’orientamento del locale non aveva alcuna influenza sulla scelta. Credo che il fattore decisivo fosse piuttosto la densità del fumo delle sigarette, direttamente proporzionale all’importanza della partita di calcio, di bocce, di mah jong o di biliardo che si stava seguendo al momento. Rosso ginger per nebbie fitte, giallo cedro abbagliante per nebbie a banchi. Per restare visibili e individuabili.

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